# Intervista: Natural Snow Buildings articolo di Ferdinando De Vita 7 marzo 2010 Abbiamo avuto modo di approfondire la conoscenza del duo francese autore di uno dei migliori dischi del 2009. Ecco a voi Mehdi Ameziane e Solange Gularte: i Natural Snow Buildings. **Come è vivere a Vitré? Avete mai pensato di vivere da qualche altra parte?** Vitré si è rivelata essere un buon posto per vivere e per creare. Penso però che non ci sarebbe piaciuto vivere qui in età adolescenziale per la sua calma e la sua forte staticità. Abbiamo vissuto qui per 5 anni e non siamo per niente annoiati. **Qual è stato il primo album che avete acquistato?** S: The Wall dei Pink Floyd M: Non sono sicura ma uno fra Like a Virgin di Madonna e Hounds of Love di Kate Bush **Visto che qualcuno pare essersi accorto di voi, finalmente... Avete in mente un tour?** Probabilmente gireremo l’Inghilterra quest’anno, niente di sicuro al momento. Vedremo. **Come componete la vostra musica? Chi di voi inizia per primo?** Noi suoniamo e basta, lasciamo scorrere le cose. Sovrapponiamo dei suoni e lasciamo il resto così com’è. **Perchè fate delle edizioni così limitate dei vostri album: non vi farebbe piacere far parte delle discoteche di tutti i vostri ammiratori?** Al tempo di The Dance of the Moon and the Sun noi credevamo veramente che la nostra musica avrebbe interessato al massimo 40 o 50 persone nella migliore delle ipotesi. Per i CD-R fatti da noi abbiamo voluto mantenere una certa coerenza da allora, ignorando i richiami delle sirene, limitando la produzione in modo da concentrarci sulla qualità della musica, dell’artwork e del packaging. D’altra parte chi vuole veramente la nostra musica può ancora scaricarla. Le cose sono leggermente cambiate da allora. Adesso usiamo delle piccole etichette che possono vendere al massimo 1000 copie. I nostri dischi sono costosi da produrre anche per i nostri artwork. E poi, diciamolo, non siamo proprio un gruppo che vende moltissimo. **Ho adorato il booklet di Shadow Kingdom, ci potete spiegare l’idea riguardante il tema dei vampiri?** Una delle idea dietro il fumetto era di illustrare un altro punto di vista a proposito dei vampiri, una prospettiva diversa dalla visione comune diffusa dai mass media, per far rivivere in qualche modo la conoscenza perduta sui vampiri. Abbiamo trovato il materiale negli scritti di Agnes Murgoci, un’antropologa che ha studiato il folklore dell’est europa degli anni 20 e 30. La storia che abbiamo scelto è diretta, macabra e apparentemente assurda, Solange l’ha disegnata facendola sembrare una sorta di guida per giovani turiste alla ricerca dell’inferno e della dannazione... Mille anni fa i vampiri erano considerati un problema serio in Romania, i cadaveri venivano ancora dissotterrati per accertare che non appartenessero a vampiri. Per noi lo Shadow Kingdom è una sorta di mondo offuscato e periferico in cui le superstizioni, le conoscenze in disuso e le varie tradizioni vengono abbandonate, un mondo latente che non puoi raggiungere direttamente. Solo attraverso la musica e l’arte ci si può arrivare, per far si che tutto riacquisti il suo senso originale. **Perchè allora siete così affascinati dai vampiri?** I vampiri sono creature in bilico, qui ma non qui, vivi ma morti nello stesso tempo, con movenze simili a quelle dei pupazzi. Loro sono le persone che conosciamo ma che sono diventate dei completi estranei, che hanno lasciato casa ma che ancora ci frequentano, che ricordano la loro vita passata ma che non possono mai tornare indietro. Noi tutti diventiamo vampiri prima o poi, perchè tutti noi cambiamo oltre il riconoscibile. Loro sono una diversa tipologia di umanità, sono l’opportunità che abbiamo per delineare meglio i tratti di quella in cui viviamo. **Come considerate Shadow Kingdom all’interno della vostra intera discografia?** Per noi rappresenta semplicemente un altro passo. **Quali sono i tre migliori dischi del 2009?** Per lo più sono riedizioni: il boxset di Henry Cow, il box set dei Buttes County Free Music Society, la riedizione di Ode to Quaezacoatl di Dave Bixby, quella di Maison Rose di Emmanuelle Parrenin. Il disco dei Broadcast and The Focus Group, Lumen Tadden di Kuupuu e Everything Goes Wrong delle Vivan Girls. **Siete contro o a favore del file sharing musicale?** Siamo a favore. Noi non sposiamo la retorica per cui il downloader sarebbe un farabutto. Negli anni ’70 le più grandi etichette pensavano che la neonata audiocassetta avrebbe distrutto l’intero impero discografico. I tempi sono cambiati ma non l’avversione nei confronti delle copie. Gli Mp3 sono semplicemente delle copie sbiadite dopo tutto. Come artisti non abbiamo alcun profitto dal criminalizzare i ragazzini che vogliono migliorare la loro cultura usando il mezzo più rapido che hanno a disposizione. Noi anzi avremmo solo da guadagnare nell’incoraggiare la gente ad essere curiosa ad esplorare nuovi campi musicali. In più l’idea che l’esperienza musicale non dipenda dal reddito della persona è molto seduttiva.. Quindi noi crediamo che sia nel ruolo dell’artista l’incoraggiare le persone all’acquisto e sedurre l’utente con le loro produzioni fisiche...